METODO MONTESSORI

Inziando a lavorare con i bambini, mi sono anche avvicinata alla pedagogia di Maria Montessori.

Mi ha sorpresa come tanti giochi che facevo da piccolina, ora li riutilizzo con i bambini che seguo e come li ritrovo utili e efficaci.

Maria Montessori è nata nel 1870, ed è una delle prime donne a laurearsi in Medicina. I primi passi della sua carriera li fa con i bambini disabili, di cui si affezziona e a cui dedicherà la sua intera vita professionale.

La sua professione le consente di poter avvicinarsi e osservare il funzionamento della mente del bambino, di capire come aiutarlo e seguirlo nello svlippo delle sue capaità.

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"Secondo Maria Montessori la questione dei bambini con gravi deficit si doveva risolvere con procedimenti educativi e non con trattamenti medici. Per Maria Montessori i consueti metodi pedagogici erano irrazionali perché reprimevano sostanzialmente le potenzialità del bambino invece di aiutarle e farle emergere ed in seguito sviluppare.

Ecco quindi l'educazione dei sensi come momento preparatorio per lo sviluppo dell'intelligenza, perchè l'educazione del bambino, allo stesso modo di quella del portatore di handicap o di deficit, deve far leva sulla sensibilità in quanto la psiche dell'uno e dell'altro è tutta sensibilità.

Il materiale Montessori educa il bambino all'autocorrezione dell'errore da parte del bambino stesso ed anche al controllo dell'errore senza che la maestra (o direttrice) debba intervenire per correggere.

Il bambino è libero nella scelta del materiale con il quale vuole esercitarsi quindi tutto deve scaturire dall'interesse spontaneo del bambino. Ecco quindi che l'educazione diviene un processo di auto-educazione ed auto-controllo". 

Dai primi del 900 fino alla sua morte, gira il mondo aprendo diverse Scuole Montessori;

ora sparse su cinque continenti esistono oltre 8000 scuole!

 

LA PEDAGOGIA MONTESSORI

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L'esperienza e le conoscenze acquisite durante il suo lavoro con i bambini, la portarono a consolidare un nuovo Metodo che rivoluzionerà la pratica educativa.

Il bambino fin dalla nascita parte con un potenziale enorme, su cui si può basare l'apprendimento e lo sviluppo dell'intelligenza. Da 0 a 6 anni il bambino ha una "mente assorbente" e vive dei "periodi sensibili" in cui coglie le diverse sensazioni percepite nell'ambiente, le fa sue strutturandole e utilizzandole poi nei contesti di vita, sviluppando le sue capacità cognitive.

Spesso vediamo i bambini presi e coinvolti in un'attività che piace, sono queste le attività che hanno una forte valenza educativa, poichè il bambino si ritrova a costruire le sue capacità e a scoprirne altre.

Logicamente ci vuole tempo, tempo per osservare, tempo per agire e quindi fare da sè. 

Ogni bimbo ha il suo ritmo, quindi chi meglio di un genitore può capire quali siano i momenti e i tempi adatti per promuovere attività e gioco insieme.

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Importante tenere a mente alcuni accorgimenti:

  • I materiali devono essere ordinati e riposti in contenitori trasparenti o che permettano al bambino di vederne il contenuto.
  • Avere dei "momenti fissi" (routine) dove il bambino e il genitore possano stare tranquilli e liberi da distrazioni.
  • Mostrare e spiegare sempre quello che si andrà a fare, per non creare frustrazione inutile.
  • Lasciare il bambino libero di provare e agire, anche noi adulti impariamo con prove ad errori, non ricercare la perfezione.
  • Riordinare sempre il materiale conclusa l'attività, prima farlo voi, poi farete un po' per uno e infine farà lui.
  • Lasciarlo fare, indipendente nell'agire.
  • Se credete che un gioco o un'attività non sia adatta per la sua età, non escludetela a priori, mai dire ad un bimbo, tu non la puoi fare perchè sei troppo piccolo, ma magari: "Proviamo a giocare o fare così" (adattandola o ricreandola in un altro modo il bambino riuscirà comunque a giocare). 

 

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